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domenica 16 gennaio 2011

 NO LUST, JUST LOVE


‘Je deviens folle, je m'abandonne, mea culpa’ Enigma 1990.

Predisporsi all’unione. Non agire e aspettare. Senza fretta, nessun principio di lascivia. O forse poco, quanto basta a tener vivo l’ardore. Guardare senza interferire. Dormire nella sala d’attesa dell’intimità e comporre. Erigere senza illudersi, accumulare senza gonfiare. Emulare con il pensiero immaginando il corporeo, apportando contenuto. Correre di notte e scoprirsi sudati, poi senza abiti e poi tristi. E’ solo un sogno, un sogno solo. I capelli bagnati, la pioggia forte bagna i capelli. Poi, da svegli, fiorire dentro, accantonare senza cedere. Ascoltare e mettere da parte. Mirare alla saggezza pur credendo disperatamente al fato. Folle spazio di segnali criptati che parla del sensibile, dove la brace che fa ardere le vene determina ulteriore scintillio esogeno e provoca trepidazione, poi trasporto, poi abbandono. In the mood? Totally addicted? Non fa differenza.

‘Dunque fuggisti i sogni vuoti, dunque perdersi i brevi vortici’. Emma Shapplin 1998

Guardarsi indietro, il fumo degli anni che corre veloce nei quadri dei tempi, pensare ai ricordi. Riflettere sulle esperienze che risiedono dentro ai più piccoli segmenti di esistenza, che ancora aspirano a sublimarsi in una retta infinita. I nuovi sussulti, i vecchi compromessi, la voglia di dare e il conforto dell’essere abili a ricevere. Qualche danno che è meglio restituire all’oblio, poche ferite aperte per sempre. L’armonia che si perfeziona ancora o ci prova soltanto.

E ci si guarda intorno, senza provare dolore. Li, quel sentire rimane, rimane il senso. La calda e biunivoca essenza resta, più mansueta, meno incline al dettame ormonale e più paziente nei gesti, nelle aspettative. Ci si guarda intorno, per casa non si scorgono gli effetti cultuali del legame, mancano. Si prova l’amaro e poi lo si cancella, è ancora necessario. Ci si concentra di nuovo in ciò che resta.
Indescrivibile, fintamente sobria e sfatta vita. Medianica eppur pragmatica. Pura o impura, edificante o catastrofica, sei malata d’amore.

‘Perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te’ F. Battiato 2003

Santi Villari - 16Gen2011

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